Presentate le GIORNATE FAI ALL’APERTO di Sabato 27 e domenica 28 giugno 2020

Nelle giornate di Sabato 27 e domenica 28 giugno 2020 saranno oltre 200 luoghi FAI aperti in più di 150 località d’Italia. Le visite saranno a contributo minimo – da 3 o 5 euro – con prenotazione online obbligatoria da effettuare su www.giornatefai.it (da consultare anche per eventuali modifiche di programmazione) fino a esaurimento posti ed entro venerdì 26 giugno alle ore 15.

L’elenco dei luoghi visitabili durante le Giornate FAI all’aperto offre al pubblico una variegata selezione di monumenti “verdi” e tutti all’aperto, tra cui diversi “Luoghi del Cuore” del patrimonio naturale e paesaggistico (promossi dal censimento in corso), inclusi itinerari o passeggiate nel verde urbano, campestre o montano (anche in relazione al “Progetto Alpe” recentemente lanciato dal FAI per promuovere la conoscenza e la frequentazione dell’Italia interna sopra i 600 metri).

Ecco alcune segnalazioni:

* Tra gli alberi monumentali: la Sequoia del Vajont a Longarone (BL), 33 metri di altezza e 160 anni di età, tra i pochi sopravvissuti alla tragedia del 1963 che ha raso al suolo il paese con oltre 2.000 vittime, o il Platano di Vrisi a Curinga (CZ), 18 metri di circonferenza del tronco, piantato secondo la tradizione dai monaci del vicino monastero medievale di Sant’Elia Vecchio;

*Tra le aree naturalistiche: la Riserva naturale del Borsacchio a Roseto degli Abruzzi (TE), un tratto di costa incontaminata, tra dune e calanchi, salvata dalla cementificazione grazie a un gruppo di volontari, oggi guide della riserva;

*Tra i borghi storici da scoprire: Monesteroli a La Spezia, a picco sul mare in fondo a una scala di 1000 gradini, senza elettricità o metano, vive solo grazie a energie rinnovabili. Sito tra i più votati del censimento in corso de “I Luoghi del Cuore”, sarà meta di una camminata in collaborazione con il CAI; Borgo Universo a Aielli (AQ), borgo medievale spopolato a 1000 m slm, che ha ritrovato nuova vita grazie a un progetto di coloratissima street-art;

*Molti i monumenti all’aperto: Eremo di S. Onofrio al Morrone e Santuario romano di Ercole Curino a Sulmona (AQ), la grotta che nel XIII secolo fu umile rifugio dell’eremita divenuto Papa Celestino V, accanto ai resti di un santuario del III secolo a.C.; Villaggio operaio Pirelli a Milano, un sobborgo di 26 villette costruite nel 1920-1923 per i lavoratori della Pirelli secondo un modello romantico di città-giardino e una concezione ottocentesca di casa-azienda;

*Tra i musei d’arte immersi nella natura: Art Park La Court a Castelnuovo Calcea (AT), progetto di land art firmato da Emanuele Luzzati con sculture contemporanee tra i vigneti delle Langhe e del Monferrato, Patrimonio dell’UNESCO; Giardino e Collezione Gori-Fattoria di Celle a Pistoia (PT), una collezione privata di 80 opere d’arte ambientale in un parco-museo premiato tra i più belli d’Italia nel 2019;

*Tra i giardini urbani, parchi pubblici da riscoprire a Torino, Genova, Bologna e Taranto, e imperdibili l’Aranciera e il Semenzaio di San Sisto Vecchio a Roma, dove dal 1810 si coltivano le piante per il verde pubblico di Roma, comprese le azalee di Trinità dei Monti, tra viali alberati, serre e un’aranciera neogotica, in un angolo di verde urbano sconosciuto tra il Celio e le Terme di Caracalla;

*Si visiteranno inoltre molti orti botanici a Roma, Trieste, Livorno e Sanremo (IM), dove si trova il Centro di Ricerca CREA di Orticoltura e Florovivaismo: nel giardino ottocentesco di una villa liberty dove i genitori dello scrittore Italo Calvino fondarono nel 1925 la Stazione Sperimentale di Floricoltura, per fornire supporto scientifico all’allora nascente floricoltura industriale sanremese.

Altrettanto ricca è la proposta di visita nei Beni della Fondazione, cui si aggiungono ora i Giardini di Palazzo Moroni a Bergamo, che il FAI apre per la prima volta – e definitivamente – ai visitatori. Un’apertura anticipata eccezionale fortemente voluta dal FAI (in attesa dei necessari restauri all’interno e all’esterno del palazzo che inizieranno nell’autunno 2020) che dopo un primo parziale intervento di pulizia e manutenzione rende fruibile alla cittadinanza il più grande parco storico privato di Bergamo: un polmone verde e suggestivo nel cuore della città, con i suoi terrazzamenti tipici dei giardini all’italiana, le aiuole fiorite e le siepi potate, e una grande ortaglia un tempo produttiva, con prati, viti su pergole, alberi da frutto e un tipico roccolo. Un nuovo Bene del FAI, un luogo di benessere ritrovato con vista panoramica sullo sfondo delle Alpi Orobie, che vuole contribuire alla ripresa della città gravemente colpita dalla pandemia.

I Giardini di Palazzo Moroni saranno aperti su prenotazione da effettuare online: il 27 giugno, gratuitamente per il solo personale sanitario, e il 28 giugno, a contributo libero per i soli cittadini di Bergamo; dal 1° luglio i Giardini saranno regolarmente aperti al pubblico (mercoledì, giovedì, venerdì dalle 14.30 alle 20; sabato e domenica dalle 10 alle 19) acquistando il biglietto online.

Nei Beni della Fondazione saranno organizzate visite guidate speciali, proposte di attività incentrate sul “patrimonio verde”: attraverso piccole lezioni di botanica e visite accompagnate da esperti agronomi o giardinieri, il pubblico potrà scoprire peculiarità e rarità, aneddoti e curiosità sulla natura curata e protetta nei Beni FAI, tipica o rara, spontanea o coltivata, autoctona o importata, storica o attuale, incolta o produttiva, addomesticata e modellata ad arte, soggetto e ispirazione per sculture e affreschi, per letteratura e poesia, per progetti di ricerca scientifica e per modelli sperimentali di sostenibilità ambientale, salutare e ricreativa, per il corpo, per la mente e per lo spirito. I contenuti delle visite, elaborati per questa occasione speciale, diverranno materia di una proposta permanente del FAI che così inaugura, accanto al tradizionale racconto storico e artistico dei suoi Beni, un racconto di taglio botanico, naturalistico e paesaggistico, con particolare attenzione ai temi ambientali.

Ad esempio, Villa del Balbianello sul Lago di Como racconterà il “verde violentato”, la natura forzata dalla mano dell’uomo in forme innaturali e ardite, dal grande leccio potato “a ombrello” al ficus ripens che avvolge in una spirale le colonne della Loggia Durini; l’Abbazia di Santa Maria di Cerrate a Lecce è testimone invece di un “verde malato”, a causa dell’epidemia di Xylella che da anni affligge gli ulivi del tipico paesaggio pugliese; un progetto di uliveto sperimentale intrapreso dal FAI e diretto dal CNR, contribuisce alla ricerca sulle soluzioni a questa pandemia del mondo naturale. E ancora, possiamo definire “verde d’archivio” quello raccontato al Castello di Masino a Caravino (TO) attraverso i documenti storicicustoditi negli archivi della sua Biblioteca, che hanno permesso al FAI di ricostruire un labirinto settecentesco e di reimpiantare uno storico vigneto del locale vitigno “Erbaluce”. A Monte Fontana Secca a Quero-Vas (BL) si racconta il “verde eroico”, di un doppio eroismo: quello di un pascolo senz’acqua (fontana-secca), che il FAI ha ripopolato delle locali vacche burline grazie a moderni abbeveratoi mobili, e quello dei soldati che su questi prati combatterono durante la Grande Guerra. Villa Panza a Varese racconta invece un “verde architettato”, un giardino perfettamente equilibrato, tra geometrici parterres e boschetti romantici, che fonde nell’armonia dello spirito del luogo un susseguirsi di progetti diversi e di grandi opere strutturali.

In Sicilia, sull’isola di Pantelleria, il Giardino Pantesco di Donnafugata rappresenta nella sua tipicità un “verde primigenio”, il prototipo del giardino, costituito da un solo albero di arancio protetto da un muro a secco in pietra lavica, che ne garantisce la sopravvivenza secondo un antichissimo metodo di coltivazione. Il “verde spirituale” sarà infine quello raccontato dal Bosco di San Francesco ad Assisi, dove un sentiero nel bosco invita i “pellegrini del XXI secolo” a meditare sull’armonia tra Uomo e Natura predicata dal Santo e che ha ispirato l’artista Michelangelo Pistoletto, autore dell’opera di land art Terzo Paradiso qui realizzata per il FAI, che simboleggia una sintesi ideale tra Natura e Cultura.

I LUOGHI VISITABILI IN LOMBARDIA

Brescia

Yoga&Fitness nel chiostro del Museo Diocesano. In collaborazione con Esse Accademia e CorriXBrescia – 3 appuntamenti al giorno di Yoga&Fitness.

La Grande Guerra in Valle Camonica: la Terza Linea di Sonico. Bunker, linee di trincea, opere di ingegneria militare le cui tracce sono visibili nel cuore della natura camuna. Una lettura del territorio e della Grande Storia che lo ha contraddistinto attraverso i resti di quella che fu la “Terza Linea”, l’ultimo sbarramento in caso di sfondamento del fronte durante la Prima Guerra Mondiale.

Cremona

Giardino e Palazzo Grasselli. Il palazzo di corso XX Settembre fu abitato dalla famiglia dei Magio fin dal Quattrocento per poi passare ai Grasselli nel 1876. L’aspetto attuale si deve a una serie di interventi commissionati da Camillo Magio a partire dalla metà del Seicento, per adeguare la domus magna al rango marchionale ambito dai proprietari. Un parco con essenze secolari, un tempo aperto su campi e orti, si apre elegantemente in linea con il portale d’ingresso.

Mantova

Bosco Virgiliano. Il Bosco Virgiliano è un parco pubblico progettato e realizzato nel 1930, in occasione del bimillenario della nascita di Virgilio, da Giuseppe Roda, architetto di giardini e parchi per i Savoia, già attivo a Mantova, che volle ricreare un giardino boscoso destinato al diletto e all’ozio così come si usava nell’antica Roma.

Cavriana (MN)

Ex Stazione Scatter. L’ex Stazione Scatter si trova fra i boschi del Monte Bosco Scuro e ha rappresentato per decenni uno snodo essenziale nel quadro delle comunicazioni militari durante la Guerra Fredda.

Milano

A passeggio tra antichi giardini e luoghi suggestivi. Una passeggiata nel cuore di Milano, attraverso storie, epoche e stili differenti. Tra le varie tappe, una visita agli aristocratici giardini del Regio Collegio delle fanciulle, fondato dalla contessa di Guastalla Paola Ludovica Torelli, oggi esempio di giardino all’italiana con la Peschiera tipica dell’età Barocca e il tempietto neoclassico di Cagnola.

Villaggio Operaio di via Lincoln. Il piccolo quartiere prende il nome dal breve tratto di strada intorno al quale si è sviluppato, in prossimità di piazza Cinque Giornate, ed è conosciuto anche con il nome di “Quartiere arcobaleno”, per le quaranta case presenti lungo la via caratterizzate da colori vivaci e brillanti, ognuna col proprio giardino ben curato.

Portello, Incredibile giardino contemporaneo. Portello è il nuovo parco situato nella zona nord–ovest di Milano, in corrispondenza dell’ex area industriale dell’Alfa Romeo. Un’oasi verde dalle forme sinuose e tondeggianti pensato da Charles Jencks e realizzato da Andreas Kipar, fondatore dello studio Land, autore internazionale di diversi progetti inerenti l’architettura del paesaggio.

Villaggio Pirelli, viale Sarca. Il Borgo Pirelli è un villaggio operaio costruito tra il 1920 e il 1923 su progetto dell’architetto Giacomo Loria e committenza della società Pirelli. Il villaggio consta di 26 villette a due piani riconducibili a 5 differenti tipologie di taglio, sulla base della funzione ricoperta in azienda dai loro occupanti, e distribuite su un ex-terreno agricolo adiacente al Viale Sarca, nell’area nord di Milano.

Villa Litta ad Affori. Situato nello storico borgo di Affori, è uno dei più antichi parchi meneghini e preserva ancora alcune delle più maestose e secolari alberature di Milano. Lo scenografico giardino “all’inglese”, riprogettato a metà dell’Ottocento dal conte Silva, autore del giardino di Villa Belgiojoso, abbraccia la grandiosa Villa di Affori, costruita dal marchese Corbella nel 1687.

Giardino dell’Arcadia. Nella prima metà del Settecento il conte Carlo Pertusati attuò importanti trasformazioni nella residenza famigliare in Porta Romana finalizzati ad affermare la sua casata nell’aristocrazia milanese tra cui la realizzazione di un giardino all’italiana alle spalle del palazzo, disseminato da alberi e piante a basso fusto e arricchito da sculture che venne offerto dal Conte come sede per le adunanze della colonia milanese dell’Accademia dell’Arcadia. Il giardino storico conserva in parte ancora oggi l’estensione originaria pur avendo subito nel corso dei secoli diverse trasformazioni.

Vimercate (MB)

Parco di Villa Gallarati Scotti. Prati, radure, boschetti, ruscelli, fontane e alberi maestosi caratterizzano il grandioso parco di Villa Gallarati Scotti. Nato contestualmente alla villa e originariamente pensato “alla francese” nel XIX viene ampliato e trasformato per conformarsi alla nascente moda del parco all’inglese. Vennero così sostituite le eleganti geometrie disegnate dalle siepi di bosso con paesaggi più naturali, formati da radure e boschetti. Rimangono, però, ancora oggi visibili alcune architetture che ornano il parco, come il Tempietto dei Crociali, la serra e lo splendido Ninfeo del Nettuno.

Cadegliano Viconago (VA)

Parco naturalistico dell’Argentera. Un luogo magico interamente attraversato dal torrente Dovrana che forma incantevoli cascatelle al suo interno. Oltre alla maestosità dei numerosi alberi secolari, il parco è interessante per i resti di antichi mulini ad acqua, arricchiti di graffiti e affreschi, un bel laghetto e il singolare ponte per il passaggio dell’antica tramvia che collegava Varese a Ponte Tresa.

E TRA I BENI DEL FAI

Milano

Villa Necchi Campiglio racconta il “verde milanese”: su una parte del parco storico della dimora dei Conti Cicogna, frammentato e ridotto dalle trasformazioni urbane degli inizi del Novecento, l’architetto Piero Portaluppi realizza nel 1935, per i proprietari Necchi Campiglio, una “villa in città” con i lussuosi comfort di una piscina e di un campo da tennis; nel progetto, un elegante equilibrio tra edificio e giardino, con gli interni che armonicamente dialogano con gli esterni attraverso ampissime finestre e vetrate e una veranda o giardino d’inverno.

Palazzina Appiani racconta il “verde civico” del Parco Sempione, che circonda l’Arena di cui la palazzina costituisce la tribuna d’onore, destinata a Napoleone; anche se l’edificio è antecedente al parco, da qui si gode la vista su quel giardino all’inglese, progettato alla fine dell’Ottocento da Emilio Alemagna, che conserva tra sentieri, collinette e corsi d’acqua una varietà di specie arboree – pini, faggi, olmi, cedri del libano, pioppi, bagolari e ippocastani – curate dell’ufficio giardini del Comune di Milano.

Bergamo

In occasione delle Giornate FAI all’aperto il FAI apre per la prima volta – e definitivamente – ai visitatori i Giardini di Palazzo Moroni. Un’apertura anticipata eccezionale fortemente voluta dal FAI (in attesa dei necessari restauri all’interno e all’esterno del palazzo che inizieranno nell’autunno 2020) che dopo un primo parziale intervento di pulizia e manutenzione rende fruibile alla cittadinanza il più grande parco storico privato di Bergamo: un polmone verde e suggestivo nel cuore della città, con i suoi terrazzamenti tipici dei giardini all’italiana, le aiuole fiorite e le siepi potate, e una grande ortaglia un tempo produttiva, con prati, viti su pergole, alberi da frutto e un tipico roccolo. Un nuovo Bene del FAI, un luogo di benessere ritrovato con vista panoramica sullo sfondo delle Alpi Orobie, che vuole contribuire alla ripresa della città gravemente colpita dalla pandemia. I Giardini di Palazzo Moroni saranno aperti su prenotazione da effettuare online: il 27 giugno, gratuitamente per il solo personale sanitario, e il 28 giugno, a contributo libero per i soli cittadini di Bergamo; dal 1° luglio i Giardini saranno regolarmente aperti al pubblico (mercoledì, giovedì, venerdì dalle 14.30 alle 20; sabato e domenica dalle 10 alle 19) acquistando il biglietto online.

Roncobello (BG)

Mulino Maurizio Gervasoni.  La visita si svolge per la maggior parte all’esterno; verranno date non solo informazioni storiche e tecniche attinenti al funzionamento del mulino, ma anche accenni alla collocazione geografica, naturalistica, storica e dell’ambiente circostante il mulino.

Tremezzina (CO)

Villa del Balbianello sul Lago di Como racconta il “verde violentato”, la natura violentata, ovvero forzata dalla mano dell’uomo; il giardino settecentesco custodisce specie vegetali modellate ad arte – l’arte della potatura o ars topiaria – con cura costante, grande abilità e infinita pazienza, per spingere la natura ad assumere forme innaturali, artificiose e ardite, che suscitano meraviglia; tra accostamenti di specie rare e virtuosistiche siepi, spiccano il grande leccio potato “ad ombrello” (oggi da giardinieri tree-climbers) e il Ficus Repens che da secoli avvolge le colonne della Loggia Durini in una spirale, come un verde ricamo.

Torre del Soccorso detta del Barbarossa. Collocata su uno sperone di roccia affacciata sul lago, è costituita da due edifici distinti, la torre vera e propria e un edificio annesso a uso residenziale, cinti da una cortina muraria. La torre ha un impianto a base quadrangolare su quattro piani per un’altezza complessiva di circa 15 metri ed è composta da una massiccia muratura in blocchi in pietra di Moltrasio. L’origine del manufatto secondo gli studi dell’Arch. Luigi Mario Belloni, è da ricondursi nell’ambito del sistema difensivo organizzato attorno al caposaldo dell’Isola Comacina, a quel tempo alleata di Milano contro la città di Como.

Oria, Valsolda (CO)

Villa Fogazzaro Roi, sulle rive comasche del Lago di Lugano, racconta il “verde letterario”. Dimora estiva dello scrittore Antonio Fogazzaro, la villa e il suo paesaggio sono lo sfondo in cui è ambientato il famoso romanzo Piccolo mondo antico, edito nel 1896; nel giardino pensile e nell’orto “di Franco”, affacciati sul lago, si ritrovano le specie citate nel romanzo: le piante di osmanthus, il ficus repens che si arrampica lungo la muraglia, l’antica rosa, i cipressi e il pinus pinea, che già alla fine dell’Ottocento – come scrive Fogazzaro – era “il colosso della famiglia”.

Mantova

Antica edicola dei giornali. Costruita a fine Ottocento per essere collocata in piazza Sant’Andrea, l’edicola per giornali è stata poi trasferita nel 1925 in piazza Canossa.. È una costruzione in ferro battuto, lamiera, legno e vetro che, nelle quattro finestrelle e nelle forme decorative, soprattutto della copertura, è orientata al gusto neogotico tardo ottocentesco.

Varese

Villa Panza di Biumo racconta il “verde architettato”; in cima a una panoramica collina si estendono un giardino alla francese, con una monumentale carpinata e un’esedra di lecci potati in forma, e un parco all’inglese con colline, tempietto e laghetto, che sono il risultato di disegni successivi, dovuti ai proprietari e alle mode tra Seicento e Novecento, ma soprattutto di radicali interventi costruttivi, tra cui lo sbancamento della stessa collina, oggi inimmaginabili, perfettamente integrati in un luogo concepito da sempre per esprimere armonia ed equilibrio, nella natura come nell’architettura e nell’arte.

Torre di Velate. Affascinante e vistosa rovina del confine difensivo prealpino in epoca medievale, la torre si erge per cinque piani a testimonianza di un sito fortificato di importanza strategica, occupato fin dall’epoca longobarda. La visita avrà durata di circa mezz’ora e sarà occasione per scoprire la storia della Torre, le tecniche di costruzione e di consolidamento attuale. La visita comprenderà anche un approfondimento sul castagno di epoca settecentesca presente nel terreno di pertinenza della Torre stessa.

Antica pensilina del tram. Manufatto tardo eclettico (XIX-XX sec.) concepito per riparare i viaggiatori dalle intemperie e dal sole, la Pensilina del Vecchio tram che portava alla Prima Cappella del Sacro Monte è testimonianza di un’epoca significativa per la città: un’epoca in cui il Varesotto era meta di villeggiatura sia per la ricca borghesia milanese sia per i turisti inglesi, americani, tedeschi attratti dalle guide che decantavano le bellezze delle località prealpine.

Casalzuigno (VA)

Villa Della Porta Bozzolo racconta il “verde teatro”. Un sontuoso giardino formale, con quattro terrazze decorate da statue e la radura del cosiddetto “Teatro”, impreziosita dai giochi d’acqua di una fontana-peschiera, è uno spettacolo che dal Seicento stupisce e diletta gli ospiti di questa “villa di delizia”. Una scenografia disegnata e costruita ad arte, che risale fino a un panoramico belvedere, concepita per fondere bellezza e produttività agricola: sulle terrazze, oltre a un roseto (piantato dal FAI) e a rare camelie, storicamente si coltivano ulivi, peri, meli, prugni, peschi e limoni.

Gornate Olona (VA)

Monastero di Torba racconta il “verde longobardo”: un monastero di monache benedettine posto al limitare di un bosco, cela silenzioso e pacifico i monumentali resti della città longobarda di Castelseprio che sono al centro di indagini archeologiche intraprese dal FAI con esiti sorprendenti: oggi la natura ha preso il posto dell’antica città e lungo il fiume, un tempo inquinato, percorsi a piedi e in bici permettono di riscoprire un angolo intatto di verde della Valle dell’Olona.

Talamona (SO)

Alpe Pedroria e Alpe Madrera raccontano il “verde pascolo” ai piedi delle Alpi Orobie della Valtellina. Il FAI ha restaurato le baite immerse in uno scenario di biodiversità montana e ha recuperato la locale tradizione agro-pastorale, nel tempo abbandonata, che naturalmente preserva e manutiene i pascoli, reintroducendo le razze autoctone di bovini (bruna originale) e caprini (capra orobica); oggi una famiglia di moderni pastori giovani imprenditori gestisce il pascolo e produce il tipico formaggio bitto.

Montagna in Valtellina (SO)

Castel Grumello. Durante le Giornate FAI all’aperto ci sarà la possibilità di partecipare a visite che avranno come focus principale la storia del Castel Grumello e l’ambiente paesaggistico e naturale che lo circonda.

PRENOTAZIONE ONLINE OBBLIGATORIA

entro e non oltre Venerdì 26 giugno alle ore 15 sul sito

WWW.GIORNATEFAI.IT

– fino a esaurimento posti –

Per partecipare alle Giornate FAI all’aperto sarà richiesto un contributo per il FAI.

Tutti i fondi raccolti saranno destinati alle attività istituzionali della Fondazione.

La raccolta contributi avverrà prima dell’evento all’atto di prenotazione con la richiesta di un contributo per il FAI minimo (tramite carta di credito e paypal), per iscritti FAI a partire da 3€, per non iscritti a partire da 5€.

medici, infermieri e personale sanitario

Il FAI ringrazia tutto il personale sanitario per il coraggioso impegno profuso nel corso dell’emergenza Covid-19 regalando l’iscrizione ordinaria da effettuarsi durante gli eventi nazionali o presso i Beni della Fondazione

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MODALITÀ DI VISITA IN SICUREZZA

Nel rispetto delle normative, il FAI ha adottato misure che permettano al pubblico di partecipare all’evento nella massima sicurezza. Le visite si svolgeranno solo su prenotazione in determinati turni, a gruppi ristretti. Una volta prenotato il turno di visita, i partecipanti riceveranno una mail con le indicazioni sulle modalità di accesso e le norme da rispettare: oltre all’obbligo di presa visione dell’informativa sulla sicurezza, si ricorda l’obbligo di indossare la mascherina durante la visita, di mantenere il distanziamento sociale di 1,5 metri, di disinfettare le mani con gli appositi gel situati all’ingresso del percorso e di attenersi in generale alle indicazioni date dal personale e dai volontari, seguendo le informative poste all’inizio del percorso. Si chiede di rinunciare alla visita qualora, nei 14 giorni antecedenti, la persona abbia avuto una temperatura corporea superiore ai 37,5°, e/o abbia presentato qualsiasi sintomo influenzale, e/o abbia avuto contatti con persone risultate positive al COVID -19. Il FAI, nell’ambito dei protocolli di sicurezza adottati per la prevenzione dal contagio da Covid – 19, si riserva inoltre la facoltà di rilevare all’ingresso la temperatura dei visitatori tramite appositi dispositivi.

Per l’elenco completo dei luoghi visitabili in LOMBARDIA, per informazioni, prenotazioni ed eventuali cambiamenti di programma: https://www.fondoambiente.it/il-fai/grandi-campagne/giornate-fai-di-primavera/i-luoghi-aperti/?regione=LOMBARDIA